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venerdì 6 luglio 2007


G8, anche le mappe di Google al processo
Ed è polemica sulle telefonate dei poliziotti
La cartine telematiche utilizzate dalla difesa dei giovani accusati per gli scontri di via Tolemaide
Haidi Giuliani: "Com'è possibile che chi ha gestitoi fatti della Diaz sia ancora in Polizia?
GENOVA - Nei processi del G8 genovese del 2001 sbarca anche internet. Mentre sulla scena politico istituzionale tengono banco le polemiche sulle sconcertanti telefonate tra poliziotti della notte del 21 luglio ("speriamo muoiano tutti... tanto uno già..1 a 0 per noi" dice una agente del 113) ieri nel tribunale del capoluogo ligure si sono svolti tre processi per fatti relativi al luglio del 2001. In uno, quello che vede imputati 25 giovani accusati di devastazione e saccheggio il consulente della difesa Carlo Bachschmidt ha ricostruito gli spostamenti delle forze dell'ordine e delle tute bianche in via Tolemaide, teatro degli scontri più duri. Lo ha fatto utilizzando delle mappe della zona scaricate da Google Earth. La tesi dei difensori è quella per cui i manifestanti reagirono con violenza dopo le cariche immotivate delle forze dell'ordine. Le altre due udienze hanno riguardato il processo per le violenze nel carcere del G8 a Bolzaneto e quello per l'assalto alla Diaz. In quest'ultima gli avvocati del Genoa Social Forum hanno depositato la memoria e il cd con le telefonate che i lettori possono ascoltare direttamente dal sito.
Le comunicazioni raccontano il cinismo, ma anche la confusione, lo stupore, l'imbarazzo "per le teste rotte a manganellate", il caos che fa perdere la testa a funzionari di primo piano e che lascia abbandonati in mezzo alla strada senza autisti né scorta i responsabili dell'ufficio stampa del capo della polizia.
In particolare le frasi sulla morte di Giuliani hanno spinto Vittorio Agnoletto, europarlamentare all'epoca portavoce del Gsf, a dire: "Le telefonate rese pubbliche oggi confermano quello che abbiamo sempre detto: a Genova ci fu un vero e proprio massacro". "Com'è possibile che le forze di polizia scherzino sulla morte di Carlo Giuliani, che si compiacciano delle violenze commesse, che si augurino altri morti? Quali sono stati e sono ancora i criteri per essere assunti in questo corpo?".
Interviene anche la madre di Carlo Giuliani, la senatrice di Rifondazione Haidi Gaggio: "Non ho parole per commentare il contenuto delle telefonate tra poliziotti e centrale operativa durante il G8, ho in mente soltanto domande: come è possibile continuare a permettere che dei delinquenti indossino ancora l'uniforme delle Forze dell'ordine? Come è possibile permettere che i responsabili di quanto è accaduto in quelle giornate vengano promossi e facciano carriera all'interno delle Forze dell'ordine?".
Analoghe richieste da Mauro Bulgarelli e Paolo Cento dei Verdi, Pino Sgobio Pdci, mentre l'ex senatore Gigi Malabarba chiede a Gianni De Gennaro e Francesco Gratteri se "si sentono così forti e protetti a destra e sinistra da permettersi di non dire niente".



Berlusconi: "Non sapevamo
ma i dossier non sono illeciti"
D'Alema chiede l'inchiesta



Il ministro della Difesa incarica l'ammiraglio Branciforte di fare chiarezza tra il personale dei Servizi
Mastella propone una commissione parlamentare d'inchiesta, D'Alema è d'accordo
Dossier, Parisi convoca il capo del Sismi
Berlusconi: "Non sapevo, ma nulla di illecito"
L'ex premier: "E' una tipica attività di monitoraggio delle cosiddette fonti aperte. A Pollari la mia fiducia"
Il ministro della Difesa Arturo Parisi accanto al premier Romano Prodi
ROMA - I dossier del Sismi? "Nulla di illecito", dice l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. E spiega: "Io di quelle schedature non ne sapevo nulla", ma è una "tipica attività di monitoraggio che non ha in sé alcunché di illecito". Mentre il ministro della Difesa convoca il capo del Sismi e quello della Giustizia invoca una commissione parlamentare d'inchiesta, l'ex premier assolve l'operato del Sismi di Pollari e Pompa: "Fermo restando che nessuno deve essere oggetto di attività di controllo immotivato, il materiale sequestrato si sostanzierebbe in ricerche effettuate su internet e sui vari giornali tipica attività di monitoraggio delle cosiddette fonti aperte che non ha in sé alcunché di illecito. A Pollari e al Sismi - conclude Berlusconi - resta la mia incondizionata fiducia, anche se, di quelle schedature, io non ne sapevo nulla, né tanto meno il governo da me presieduto ha mai dato indicazioni a chicchessia di operare schedature".
Il capo del Sismi da Parisi. Dopo la denuncia del Csm sui giudici spiati, il governo prende le distanze dalla vecchia gestione del Sismi e chiede al neocapo degli 007 Bruno Branciforte di fare chiarezza e indagare sul "personale coinvolto nella vicenda che fosse tuttora alle dipendenze della Difesa". Secondo una nota ufficiale, il ministro Arturo Parisi ha convocato il capo dei Servizi militari perchè gli rivelasse "tutti gli elementi in possesso al Sismi affinché siano adottati provvedimenti di natura amministrativa".
Mastella: "Serve una commissione d'inchiesta". Una mossa seguita dalla proposta del ministro della Giustizia Clemente Mastella, sostenuta dall'ex pm e collega Antonio Di Pietro, che ha invocato una commissione di inchiesta parlamentare sulla vicenda dei dossier illegali: "Servirà per eliminare sacche di dubbio e di perplessità", ha spiegato Mastella. "Avrà la prerogativa di valutare se ci sono state attività piratesche nei confronti di altri poteri dello Stato. E soprattutto - ha concluso il ministro - servirà per sapere se è vero che nelle carte c'é il nome di un magistrato in servizio al ministero della Giustizia che passerebbe informazioni al Sismi. Una talpa di cui vorrei sapere davvero qualcosa di più".
Anche D'Alema d'accordo. "Insisto nel dire che sono d'accordo con Mastella, che ci vuole una commissione di indagine parlamentare su una questione così inquietante". A chiederlo, dal palco della Festa dell'Unità, è il vice premier Massimo D'Alema. "Non vogliamo lanciare accuse - afferma D'Alema - al precedente governo. Ma durante il precedente governo sono successe cose strane". D'Alema ricorda una riunione della Quercia: "nella quale tempo fa- spiega- io dissi: 'Compagni ci spiano'. Alcuni dissero: 'Ecco il solito D'Alema che parla di complotti invece che fare autocriticà ". "Ora spero - aggiunge il vice premier - spero facciano autocritica. Avevo ragione io: ci spiavano".
Gli archivi dei "nemici" di Berlusconi. Nelle schede sui presunti "nemici" del governo Berlusconi, non c'erano solo magistrati. Gli archivi sequestrati nell'ufficio in via Nazionale di Pio Pompa, ex funzionario dei servizi, conservano centinaia di nomi: generali, giornalisti e, naturalmente, anche politici. Di loro si registrano simpatie e frequentazioni. Si appuntano le amicizie e si scheda l'appartenza politica. Di Leonardo Tricarico, nome in codice "Rik", capo di stato maggiore dell'Aeronautica fino al settembre 2006 e in precedenza consigliere militare della presidenza del Consiglio, è scritto: "Flirta" con uomini che lavorano per i servizi segreti francesi e "appartiene ai Ds". E poi ci sono schede su Giuseppe Cucchi, generale dell'esercito e oggi direttore del Cesis, l'organo di coordinamento dei Servizi e su Rolando Mosca Moschini, consigliere militare del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, già comandante generale della Finanza.



FONTE: La Repubblica (6 luglio 2007)