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sabato 7 luglio 2007

Sismi, Fassino attacca Berlusconi. - Prodi: "Serve verità e chiarezza"


Il segretario Ds replica al Cavaliere: "Il premier è comunque responsabile"Poi chiede la convocazione del Copaco. L'Udeur candida Casini a guidare una commissione d'inchiesta


ROMA - "Sui dossier del Sismi mi auguro verità e chiarezza". Il presidente del Consiglio Romano Prodi interviene nella polemica sulle schedature da parte del servizio guidato da Nicolò Pollari mentre Piero Fassino attacca direttamente Silvio Berlusconi. All'ex premier, che si è difeso sostenendo che non sapeva nulla dell'archivio di via Nazionale creato quando era al governo, il segretario Ds risponde secco: "Un premier è responsabile anche se non sa". "Berlusconi - spiega - non può pensare che quanto è successo nei Servizi quando governava lui sia imputabile a chi non stava al governo. C'è un principio di responsabilità di un capo del governo, anche di tipo oggettivo e non solo soggettivo. Un capo del governo risponde di tutto ciò che accade sotto la sua amministrazione, sia che ne sia a conoscenza sia che non ne sia a conoscenza". Fassino chiede inoltre che sul caso Sismi si convochi immediatamente il Copaco. Per il segretario diessino, infatti, l'intervento del Comitato di controllo sui servizi segreti può servire a per fare luce sull'archivio di via Nazionale. Fassino ipotizza, inoltre, anche di istituire una commissione di inchiesta parlamentare se non arriveranno a breve "gli adeguati chiarimenti". Commissione proposta anche da Mastella e che trova d'accordo Di Pietro e D'Alema. Con l'Udeur che candida Pier Ferdinando Casini come presidente di garanzia.
Il ruolo del Copaco. "Emerge - osserva Fassino - un profilo certamente molto inquietante dell'attività dei servizi e serve un chiarimento che fughi molti dubbi che gravano su atti e iniziative che appaiono sempre di più essere stati finalizzati a colpire l'opposizione e a destabilizzare importanti parti dell'assetto dello Stato e del loro funzionamento". Per questo motivo è necessario intervenire facendo la dovuta chiarezza. E in Parlamento, spiega, c'è un luogo deputato a farlo: "Il Copaco, che ha per compito esattamente quello di esercitare una costante e continua verifica e azione di vigilanza del Parlamento sull'attività di un organo così delicato dello Stato". Se non bastasse l'intervento del Copaco, continua Fassino, allora "valuteremo quali altre iniziative prendere, in sede parlamentare, tra cui anche la commissione d'inchiesta". "Sulla commissione decide il Parlamento". Il premier rimanda al Parlamento la decisione sulla commissione d'inchiesta chiesta ieri dal ministro Clemente Mastella. "E' una decisione delle camere", ha detto il presidente del Consiglio che poi haaggiunto: "Miauguro comunque sia fatta verità e chiarezza perché gli italiani ne hanno assolutamente diritto". L'Udeur candida Casini. Alla Commissione già proposta dal ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ma la sua richiesta è stata accolta con qualchecritica, poiché è stata vista in essa la volontà di "processare" la maggioranza di allora, vale a dire il governo Berlusconi. Per sgomberare il campo da supposizioni, l'Udeur propone Pier Ferdinando Casini, a quei tempi presidente della Camera, come presidente di garanzia della commissione. "A chi teme - afferma infatti Mauro Fabris (capogruppo dell'Udeir alla Camera) - che l'Udeur voglia fare di tale iniziativa oggetto di speculazione politica contro la maggioranza di allora e l'opposizione di oggi, noi proponiamo di eleggere quale presidente di garanzia della commissione parlamentare una personalità che abbia saputo dimostrare in passato grande equilibrio negli alti incarichi a cui è stato chiamato, come l'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini". Schifani attacca Fassino. Alla proposta di creare una commissione parlamentare non si oppone il forzista Renato Schifani che però accusa Fassino di alzare eccessivamente i toni: "Se dovesse passare questa tesi della responsabilità oggettiva, lo stesso segretario Ds sarebbe chiamato a dover rispondere di gravi responsabilità politiche sulla vicenda Unipol".



La Repubblica (7 luglio 2007)