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martedì 20 novembre 2007

Libertà Sessuale

di Gabriele Bettoschi


L'evoluzione socio-culturale dell'Occidente è strettamente collegata alla storia della liberazione sessuale.
Ogni qualvolta l'uomo ha cercato di esprimere una nuova etica, una nuova qualità della vita, ha rivendicato sempre una maggiore libertà sessuale. Non a caso il sesso è stato uno dei protagonisti della rivoluzione socio-culturale del '68. Negli anni settanta, la sessualità, finalmente vissuta pienamente e liberamente, diventa un fatto pubblico, anzi un "atto politico". E' energia di coesione, si accompagna a grandi festival musicali, all'impegno per l'ecologia - i giovani sono i "figli dei fiori"- per i diritti umani e per il pacifismo, celebre è la frase "fate l'amore e non la guerra". L'organo sessuale femminile diventa simbolo di ribellione delle donne al maschilismo imperante. Per la prima volta le canzoni italiane affermano il sesso come valore umano, senza allusioni o stupidi doppi sensi; classico il "chi non lavora non fa l'amore". Gli studi sulla sessualità e su come raggiungere il piacere si diffondono a macchia d'olio. Il libro Paura di volare di Erica Jong, manifesto della liberazione sessuale, e la scoperta della pillola contribuiscono a farla vivere più liberamente. La sessualità entra dirompente persino nel Parlamento italiano e abbatte il tabù del divorzio e dell'aborto.Oggi, invece, il sesso è sempre più condizionato dal potere del mercato, della tecnologia e della pubblicità. L'amore etereo, gay o bisessuale permea qualsiasi aspetto della cultura, della pubblicità e della TV.Grazie anche a internet e all'enorme industria pornografica il sesso sta diventando un "prodotto globalizzato", malgrado l'incubo dell'Aids. Tutto è permesso, purché sia praticato in spazi protetti, per privilegiare sempre più, come negli altri settori, il privato e allo stesso tempo la superficialità e la teatralità del rapporto.L'industria farmaceutica crea prodotti per chi del piacere sessuale ha solo il ricordo e cerca di scoprire i molti segreti della sessualità della donna, al solo fine di far credere che basti una pillola per provare piacere. Il sesso, non è più uno strumento per allargare le coscienze e offrire possibilità di accesso a una vita creatrice e creativa, ma diventa una mera ricerca biologica, una tecnica, una merce da comprare e vendere.La ricerca scientifica sul piacere e sulla nuova "libertà" sessuale - tutta farmaceutica - che vorrebbe donare, cade nel ridicolo se dimentica che nella sessualità entra in gioco tutto il nostro corpo, tutto il nostro vissuto, oltre, naturalmente, all'equilibrio e alla tenerezza.L'ansia del piacere a tutti i costi ci sta portando all'impotenza e alla frigidità o, comunque, a un costante senso di inadeguatezza e insoddisfazione. Il risultato è che si parla molto di sesso, ma se ne fa poco e anche in maniera egoistica, consumistica e... virtuale: stiamo diventando una società di guardoni e di esibizionisti. Il Grande Fratello, le Webcam e i "calendari" ne sono un esempio! L'immaterialità del lavoro e della nuova economia si è estesa anche al sesso: siamo solo illusi di essere più liberi di provare più piacere. Mentre insoddisfazione e rabbia si celano sotto un'apparenza di conformismo ingannevole, la depressione è l'unica cosa concreta che circola... molto liberamente! Forse proprio ridando al sesso la sua dimensione comunicativa, creativa e, meglio ancora, affettiva, riusciremo a liberarci da una della cause del malessere moderno.

Fonte: http://www.lifegate.it/