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giovedì 15 novembre 2007

Guantanamo: ecco il manuale delle torture


Dalla scorsa settimana circola in rete un documento trafugato da Wikileaks, il sito globale dei pentiti e degli informatori che vogliono rimanere anonimi. Si tratta del "Camp Delta Standard Operative Procedures" il manuale per la gestione del campo di concentramento di Guantanamo, datato 28 marzo 2003. Da anni il Pentagono si oppone alle richieste dell'American Civil Liberties Union che, invocando il Freedom of Information Act, ne chiedeva la pubblicazione. Ma nessuno ha potuto vedere questo documento finché una gola profonda - probabilmente un ufficiale incaricato - non l'ha spedito a Wikileaks.org.La lettura di queste 238 pagine scritte in burocratese militare è molto faticosa, ma decisamente emozionante. Purtroppo si tratta di emozioni prevalentemente negative: tristezza, sconforto, rabbia e disgusto. Difficilmente si troverà mai sul pianeta un editore abbastanza pazzo da investire dei soldi per tradurre e pubblicare questo documento, eppure si tratta di un testo storico. Nel susseguirsi delle descrizioni delle più svariate tecniche mai ideate per torturare un essere umano, il manuale delle procedure operative di Camp Delta (il settore più restrittivo di Guantanamo) segna la fine di un'epoca ed è praticamente la pietra tombale sugli ultimi decenni di relativa pace e miglioramento dei diritti umani. Il documento comprende una dettagliata lista di "generi di conforto", come la carta igienica extra, da venire usati come ricompense per i prigionieri più malleabili. Ci sono poi sei pagine di istruzioni su come trattare i nuovi arrivi, istruzioni precise su come manipolare psicologicamente i prigionieri e come gestire gli scioperi della fame - in genere si utilizza una sonda per l'alimentazione forzata che viene inserita senza anestesia dopo che il detenuto è stato incatenato a un'apposita sedia. Vi si possono inoltre trovare preziosi consigli su come utilizzare i cani per intimidire i prigionieri, qualcosa che pochi mesi dopo avere firmato questo manuale, il generale Geoffrey Miller pensò di sperimentare anche in Iraq, com'è noto nel famigerato carcere di Abu Ghraib. «Quello che mi colpisce, oltre all'estrema precisione con cui vengono descritte tutte le possibili procedure» ha dichiarato Jamil Dakwar responsabile del programma per i diritti umani dell'American Civil Liberties Union «è l'abitudine di suddividere i prigionieri a seconda del livello di accesso consentito ai responsabili della Croce Rossa Internazionale, gli unici che possono incontrare detenuti a cui non è permesso nemmeno di parlare con il proprio avvocato». Si scopre infatti che sono previsti quattro livelli: Unrestricterd Access (accesso libero), Restricted Access (i rappresentanti della Croce Rossa possono solo fare qualche domanda relativa alla salute del prigioniero), Visual Access (guardare senza fare domande) e No Access. Questa categorizzazione, sottolinea Dakwar «solleva parecchie preoccupazioni, sia perché la Croce Rossa è l'unica organizzazione che può visitare i detenuti sia perché l'amministrazione ha assicurato pubblicamente parecchie volte che sarebbe stato garantito pieno accesso in tutti i settori di Guantanamo».La pubblicazione - solo in rete - di questo documento getta una luce sinistra su quella concezione dei diritto che, insieme all'habeas corpus, viene giustamente considerata uno dei fondamenti della cosiddetta civiltà occidentale. Per noi, cresciuti godendo dei frutti di quello che veniva dall'altra parte dell'Atlantico - non soltanto film e canzonette ma soprattutto quella radicale idea di libertà che è stata motore di trasformazioni sociali planetarie come l'emancipazione femminile - sancisce anche la fine di quell'illusione. O, alternativamente, l'amara constatazione che quelle pulsioni vitali della società americana sono state sconfitte, insieme allo sterminio economico delle classi medie - ricacciate nel sottoproletariato criminale o messe al servizio della mafia texana che governa il paese. Insomma, per dirla all'antica, negli States la lotta di classe ha registrato la devastante vittoria dell'oligarchia, e tutti gli avanzati discorsi sui diritti si sono svuotati come le bolle speculative, sotto il passaggio dei panzer neoliberisti. Il paese è sull'orlo del baratro e tutto ciò che sa produrre, di fronte a questa crisi, è un super-avanzato sistema di prigionia illegale che, da Guantanamo, si è ormai diffuso nelle decine di prigioni segrete che il Pentagono ha disseminato nel mondo. Nello scrivere le istruzioni per l'uso, i burocrati militari non hanno soltanto dimostrato di avere studiato in modo molto approfondito i più avanzati metodi di tortura fisica e psicologica. Hanno anche preso quello che pensavamo fosse una parte fondante dell'identità occidentale e lo hanno fatto a pezzi. Non sarà facile rimettere insieme i cocci.

di Sabina Morandi
Fonte: Liberazione 15/11/2007