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lunedì 2 luglio 2007

SE UN NOME E' UNA GARANZIA


AMATO, MANGANELLI ALL'ALTEZZA DI COMPITO DIFFICILE


ROMA - "Rivolgo i miei auguri a Gianni De Gennaro, che ho voluto a un nuovo incarico a me vicino, e rivolgo ancor più i miei auguri ad Antonio Manganelli, che è atteso da un compito molto difficile. So che sarà all'altezza". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, parlando alla cerimonia di passaggio delle consegne del capo della polizia. "Il Paese - sostiene Amato - ha messo il ruolo di capo della polizia nelle mani giuste. Le donne e gli uomini che si troverà a guidare si riconosceranno in lui, come hanno fatto in questi anni in De Gennaro. Quando ci si trova al vertice di migliaia di uomini è fondamentale avere con loro un rapporto di piena fiducia. De Gennaro c'era riuscito, sono certo che ci riuscirà anche Manganelli". Il ministro ricorda poi che "viviamo in tempi difficili. E in questi tempi difficili il ruolo della polizia è diventato sempre più ampio e cruciale. La vostra funzione - aggiunge - è ormai parte della più generale difesa dei diritti dei cittadini. A voi essi si rivolgono per aver garantita la propria sicurezza, ma anche in tante altre occasioni del vivere civile. E i due aspetti si intrecciano, attribuendo a voi responsabilità sempre maggiori".AMATO, SPERO CHE IL PROSSIMO CAPO SIA UNA DONNA Una donna il prossimo capo della polizia. E' l'auspicio del ministro dell'Interno, Giuliano Amato, alla cerimonia di insediamento del nuovo capo, Antonio Manganelli. "Il caso ha voluto - spiega Amato - che io oggi sia protagonista della successione a capo della polizia tra Antonio Manganelli e Gianni De Gennaro dopo che sette anni fa, da presidente del Consiglio, contribuii alla nomina di De Gennaro. "Fu - sottolinea - un'ottima scelta allora ed è un'ottima scelta oggi. La prossima volta, evidentemente, non sarò io a decidere. Ma - rileva il ministro - mi piacerebbe che in quell'occasione possa toccare a una donna. E' una prospettiva possibile, perché già oggi sono tante le donne che si distinguono per grandi meriti all'interno della Polizia"."SONO PROFONDAMENTE ONORATO" "Sono profondamente onorato della scelta che mi affida oggi la responsabilità di capo della Polizia, direttore generale della Pubblica sicurezza". Queste le prime parole pronunciate dal nuovo capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli nel corso della cerimonia di insediamento presso la Scuola superiore della Polizia di Stato. Presenti il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, il prefetto Gianni De Gennaro ed altre autorità.La giornata dell'avvicendamento era cominciata con l'omaggio all'Altare della Patria. Gianni De Gennaro e Antonio Manganelli, alla presenza dei vertici del Dipartimento di Pubblica sicurezza, hanno accompagnato la deposizione di una corona d'alloro ai piedi del Monumento. Sulle scale un picchetto di poliziotti in alta uniforme ha reso gli onori. Una volta scese le scale De Gennaro e Manganelli si sono abbracciati e poi hanno salutato i fotografi e la stampa presenti. Ora ci sarà la cerimonia vera e propria alla Scuola Superiore di polizia, dove avverrà il passaggio di consegne, alla presenza del ministro dell'Interno, Giuliano Amato. Previsti discorsi, oltre che del ministro, anche del nuovo capo Manganelli e di colui che oggi lascia dopo 7 anni, De Gennaro.Manganelli ha poi rivolto un saluto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sottolineando i valori profondi della Polizia. "Il rispetto - ha spiegato - e l'attaccamento per le istituzioni democratiche, in primo luogo il presidente della Repubblica e il Parlamento; la vocazione al servizio ed al sacrificio per la sicurezza dei cittadini, della collettività e dello Stato; la difesa della legalità sempre nel pieno rispetto dei diritti di libertà sanciti dalla Costituzione; la consapevolezza delle responsabilità connesse all'uso della forza. Questo - ha sottolineato - è il patrimonio ideale e morale della Polizia di Stato, ad esso dobbiamo rifarci ogni giorno". Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il viceministro dell'Interno, Marco Minniti, i sottosegretari all'Interno, Lucidi, Pajno e Rosati, il presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione, il senatore di Forza Italia ed ex ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, il comandante dell'Arma dei Carabinieri, generale Gianfrancesco Siazzu, il comandante della Guardia di Finanza, generale Cosimo D'Arrigo, il capo Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, il prefetto di Roma, Achille Serra, il questore di Roma, Marcello Fulvi, i direttori dei Servizi di informazione e sicurezza, prefetto Franco Gabrielli (Sisde), generale Bruno Branciforte (Sismi), generale Giuseppe Cucchi (Cesis), nonché i vertici delle forze armate ed i direttori centrali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e della Polizia di Stato, i vicecapi della Polizia, prefetti Nicola Cavaliere e Giuseppe Pecoraro.