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lunedì 9 luglio 2007

Anche Fini (An) attacca il sindaco: "Dire appoggio ma non firmare è da ipocriti"



Parisi e Santagata, i ministri ulivisti, all'attacco della legge "porcata"
In arrivo migliaia di sms e notti bianche per il referendum. Le firme sono 450 mila
Referendum, Parisi critica Veltroni "Sulla firma spero che ci ripensi"

ROMA - "Veltroni non firma ma dice agli altri di firmare perché si sente imbarazzato? Siamo al vorrei ma non posso. Spero ci ripensi". Il ministro della Difesa Arturo Parisi si mette in prima fila con l'altro ministro ulivista Giulio Santagata e insieme lanciano l'ultimo attacco contro gli indecisi sul referendum per cambiare la legge elettorale e un avvertimento al candidato segretario del Pd: non si può essere "imbarazzati" quando è in gioco "un pezzo della nostra democrazia".
Lo fanno dalla sala stampa di Montecitorio e poi, sotto il caldo, raggiungono a piedi il banchetto allestito tra palazzo Chigi e la Galleria Sordi per fare da testimonial alla causa referendaria. Prego signori, venghino a firmare, ci sono anche i ministri. "Perché sia chiaro che qui è in gioco un pezzo della nostra democrazia. Come fa un Parlamento a decidere con 26 partiti dove ognuno dice la sua?" sintetizza Santagata.
Da quando la scorsa settimana è stato chiaro che il Parlamento non ce la fa a cambiare l'attuale sistema elettorale che - come dimostrato da un anno di legislatura - paralizza ogni azione di governo, la carica referendaria ha sferrato l'attacco finale e decisivo e ogni giorno ne inventa una per far parlare di sé nel quasi totale silenzio delle televisioni. Stamani il Comitato presieduto dal costituzionalista Giovanni Gazzetta e da Mario Segni hanno incontrato il sindaco Veltroni da cui hanno incassato quello che Parisi appunto definisce "il vorrei ma non posso": "Lo sostengo ma non lo voto perchè faccio parte di una maggioranza in cui ci sono posizioni diverse". Insomma, sposarne una adesso potrebbe dispiacere agli altri alleati. Quindi appoggio esterno ma deciso al referendum che, per Veltroni "resta la più grande sollecitazione a far cambiare le cose".
Guzzetta, poi ospite di Repubblica Tv, ha comunque ringraziato Veltroni e si è compiaciuto per "l'adesione così convinta e il suo sostegno così esplicito". E ha ricordato a che punto stanno le cose: nel week end le firme sono arrivate a quota 450 mila, circa; considerato che ne servono per legge 500 mila, che almeno il 20 per cento delle firme è fisiologo che venga giudicato non valido, ne mancano ancora centomila. Da consegnare alla Corte Costituzionale entro il 24 luglio. Sono tre i quesiti referendari: i primi due riguardano il premio di maggioranza di Camera e Senato che è stabilito debba andare alla lista e non più alla coalizione; il terzo quesito impedisce le candidature multiple. Il risultato di tutto questo è che, spiega Gazzetta, "combattiamo la frammentazione dei partiti e garantiamo un sistema bipolare" non più ostaggio di partiti piccoli che vengono tagliati al di sotto del 4 e dell'8 per cento.
Nel pomeriggio le risposte dei ministri. Per la conferenza stampa hanno scelto una scenografia molto esplicita: un grande manifesto rosso e nero con un grande titolo "E' notte", a seguire "Per dire no al ritorno al passato (al proporzionale ndr) veglia per la democrazia, dal tramonto di lunedì all'alba di martedì in piazza di Montecitorio". E' la veglia di stanotte davanti al Parlamento con tanto di banco per la raccolta delle firme. "Veltroni vada a firmare" lo sollecita Parisi che del referendum è stato uno dei promotori nonostante la neutralità spinta di Palazzo Chigi. "Serve una mobilitazione forte, il tempo è scaduto, è giunto il tempo dell'azione" suona la carica il ministro della Difesa che invita "tutti i cittadini che ancora non l'abbiano a firmare il referendum perché così si potrà salvare la democrazia". Un messaggio, poi, ai fomentatori dell'antipolitica: "Con il referendum diamo una risposta anche ai tagli della politica".
Il popolo referendario è variegato, gli ulivisti, parte dei ds e An, pezzi di Fi, alcuni sindacati come Ugl e parte della Cgil, ama anche Idv e Dc di Rotondi, le eccezioni tra i piccoli partiti che vedono il referendum come la loro condanna a morte. Anche il segretario di An attacca Veltroni: "Il suo ci sto ma non firmo è ipocrita". E poi: "Meno male che abbiamo l'arma del referendum: il parlamento è troppo diviso e non è in grado di fare alcunchè".
Ancora più diretto Santagata: "Mi colpisce che Veltroni già si senta investito di un ruolo di mediazione senza ancora essere segretario del Pd. C'è qualcosa che non va.". A chi gli fa notare che il via libera alla legge elettorale richiesta dal referendum potrebbe significare la chiusura anticipata del governo Prodi, il ministro per l'Attuazione del programma non ha dubbi: "Il problema di Prodi non è durare una settimana in più o in meno. Il problema è governare. E sia chiaro - mette le mani avanti - che questo non è un giudizio sul governo ma sul sistema. E' evidente, soprattutto a Prodi, che oggi governare è una missione al limite dell'impossibile".
Tocca poi al deputato ulivista Franco Monaco elencare il piano di battaglia per i prossimi giorni: serate ai banchetti per le firme (indirizzi e orari sono sul sito referendumelettorale.org), la moltiplicazione dei referendum night che non sarà più solo uno (tra il 14 e il 15 luglio) ma tutti quelli che sarà possibile organizzare in queste serate estive. A cominciare da stasera davanti a Montecitorio, domani sera all'Isola Tiberina dove Parisi in persona raccolgierà le firme tra musica, drink e cinema. E poi occhio ai telefoni: nelle prossime ore saranno tempestati da un sms sintetico ma esplicito: "Allarme! Contro la porcata che ha moltiplicato i partiti, il loro potere e l'instabilità dei governi, urgono firme. Mancano pochi giorni. Gira sms". Sì, proprio così: il Caldarellum, la legge elettorale ora in vigore, è diventata prima porcellum e ora "porcata". Proprio così, lo dicono anche i ministri.

di CLAUDIA FUSANI
La Repubblica ( 9 luglio 2007)