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giovedì 28 giugno 2007

DOSSIER SISMI: CSM, OBIETTIVO INTIMIDIRE I MAGISTRATI

ANSA DEL 2007-06-28 21:39

di Sandra Fischetti
ROMA - I dossier e le schedature dei magistrati raccolti nell'archivio di via Nazionale a Roma servivano a intimidire e a far perdere credibilità ai magistrati che ne erano oggetto. Ed era un'attività che andava ben oltre le attribuzioni del Sismi. Dopo la procura di Roma, che ha messo sotto inchiesta l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e l'ex funzionario del servizio Pio Pompa, contestando l'uso di denaro e uomini del Sismi "per scopi palesemente diversi da quelli istituzionali", è il Csm a mettere sotto accusa per i loro effetti delegittimanti e intimidatori quelle migliaia di schede e relazioni trovate nella capitale e che riguardavano oltre a magistrati, politici e giornalisti. Un allarme che si accompagna a quello per la scoperta che tra le fonti di Pompa c'era anche uno o forse più appartenenti all'ordine giudiziario. Un fatto che non solo è contro la legge - fa notare preoccupato Palazzo dei marescialli - visto che i giudici non possono collaborare con i servizi segreti, ma è anche contro la Costituzione che sancisce l'indipendenza della magistratura da ogni altro potere. E' con una proposta di risoluzione di sei pagine approvata all'unanimità dalla Prima Commissione (relatore il togato di Unicost Fabio Roia) - e che sarà discussa mercoledì prossimo dal plenum dopo l'ok giunto in serata dal capo dello Stato che è il presidente di Palazzo dei marescialli- che il Csm interviene sulla vicenda, a tutela dei magistrati oggetto di "attenzione". In tanti sulla base di presunti opinioni politiche sono finiti negli elenchi trovati in via Nazionale e si sono visti attribuire "progetti eversivi": tra loro Colombo, D'Ambrosio, Boccassini, Greco, Caselli, Bruti Liberati, Salvi, Casson, Natoli, Ingroia. Altri sono stati schedati come Stefano Dambruoso e Armando Spataro, e quest 'ultimo controllato per acquisire informazioni sull'inchiesta sul rapimento di Abu Omar. E in quelle pagine sono finiti anche due attuali consiglieri del Csm Livio Pepino e Betta Cesqui, entrambi di Magistratura Democratica. Un fenomeno che non poteva non allarmare Palazzo dei marescialli, così come la scoperta di una o più toghe tra le fonti di Pompa. Per ora la procura di Roma non ha identificato di chi si tratti, ma un riferimento chiaro a un magistrato, che in quel momento ricopriva un "qualificato incarico di supporto governativo" e che viene qualificato come "fonte" è contenuto in una nota sull'Olaf, l'organismo europeo antifrode di cui fanno parte giudici e che,secondo il rapporto, svolgeva "attività antigovernativa" .